Santi Adragna e Anna Maida: un incontro, un fidanzamento, un matrimonio, una famiglia felice. Ma non una famiglia chiusa. Lui psichiatra, lei professoressa. Medico e insegnante già richiamano predisposizione all'altro, e a un altro particolare, il bisognevole. Ora di cura ora di sapere.
Una felicità, dopo il traguardo delle nozze d'oro, spezzata però dalla morte del marito.
Ma lei è sempre non Anna Maida, ma Anna Maida Adragna! La morte non spezza l'unione delle anime, e l'uno rimane nell'altro nell'impronta lasciata dalla comunione di vita. Dall'esempio, dal comportamento, dal pensiero.
Due persone che hanno lasciato traccia: Santi Adragna e Anna Maida.
La professione in loro è diventata missione. Santi, che, in un periodo di autoritarismi e di chiusure, ha intuito: la malattia mentale non esiste. Ha capito che la follia è originata da contesti inappropriati. Ricordate la mucca pazza? Non le si dava il nutrimento a lei proprio. Ed è impazzita. Così è per l'uomo. Il suo nutrimento è l'amore e perciò, quando non gli si dà amore o glielo si dà in maniera sbagliata, allora la follia si insinua in lui fino a impadronirsene. Ecco il pazzo.
Ma se questi si reintegra in contesti idonei, allora la pazzia scompare. Questo ha capito Santi Adragna e nella sua qualità di Primario dell'Ospedale Psichiatrico, si è battuto per la chiusura dei manicomi che aggravano e decretano la fine, l'annientamento della persona, ed è divenuto, possiamo dire l'apostolo della psichiatria, non semplicemente il medico, ma il missionario.
Così è di lei. Non semplicemente una insegnante, di francese, ma una poetessa che ha fatto della lingua una sua seconda natura tanto da scrivere poesie in francese; e poi, dotata di una bella voce, è anche cantautrice, canta e suona la chitarra.
Un'atmosfera, la loro, di tono superiore.
Ma poi la gentilezza nei loro rapporti, lo slancio ( lo si può notare dalle foto nei risvolti della copertina dei libri, foto che li ritraggono insieme in un tenero abbraccio), e possiamo immaginare la elevatezza dell'amore, sia esso coniugale, paterno, materno, filiale, che si respirava nella loro famiglia.
Un dono, il loro amore, ma che entrambi hanno saputo valorizzare e mettere a frutto. Nell'ambito della famiglia e della società.
Tre libri di poesie ha dedicato al marito scomparso Anna Maida, dal titolo: "Cento richiami", "encore mille regrets", e infine "illusione di venti", mentre sull'attività del marito,già deceduto, è stato pubblicato un volume a cura della figlia Lory Adragna su proposta dell'associazione Asaida (Assistenza di sostegno e assistenza integrata ai disabili anziani), pubblicato e distribuito gratuitamente dal Centro di servizi per il volontariato di Palermo, e che porta il titolo "Tracce".
La gratuità e la purezza di intenti che caratterizzano queste iniziative riflettono e sono sulla scia dell'opera, disinteressata e trasparente, profondamente umana, di Santi Adragna.
Quel che risalta dapprima nelle poesie di Anna Maiada Adragna, è il senso di fragilità
subentrato in lei in seguito alla morte del marito. Infatti, quando in una unione si è raggiunta l'unità, la scomparsa del coniuge provoca la sensazione di perdere anche se stessi; da qui il cedimento, l'insicurezza. "senza di te un'esistenza oscura…petalo inaridito tra pagine di libro sfogliate insieme tragicamente estorto alla nostra comunione di vita". E ancora "Lo sgomento scuote un'acqua stagnante che dimentica ogni chiarità sotto la frana della tua assenza". Confortante la sollecitudine delle amiche. "…le amiche mi proteggono. Affettuoso sostegno a ramo frantumato, a stella spenta, a vedova.
Balzano nel ricordo le mani, gli sguardi, il sorriso, e un'infinità di particolari come l'azzurro dei suoi occhi.
"Amore di tutta la mia vita, amore, perduto per sempre". In lui ella trovò "amore comprensione onestà amicizia devozione speranza".
Un'unione veramente granitica. Di due persone degne l'una dell'altra. Una testimonianza d'amore che va oltre la morte. "Cercarti dovunque e sempre aldilà della vita".
Maria Elena Mignosi