Un incontro tra il bianco e il negro non da padrone e schiavo, non da ricco e povero, ma da uomo e uomo. L'autore, polacco, giornalista, corrispondente dell'agenzia di stampa polacca in Africa, rifiuta gli alberghi e i palazzi delle città, per farsi uno di loro condividendone stenti, angosce, tribolazioni. Solo così afferma che si può conoscere veramente il negro: la estrema precarietà della sua esistenza, la sua immane lotta contro il clima e contro le avversità. Egli sente molto forte la compartecipazione alle sue sofferenze: la oppressione, il vilipendio. Accosta il razzismo del XX secolo in Europa alla tratta degli schiavi. Condivide con il negro il suo anelito alla affermazione della dignità e alla libertà, non sortita neanche dall'indipendenza dal colonialismo.
Ebano, pregiato legno scuro, che dà il titolo all'opera, simboleggia per lo scrittore il negro nella sua preziosità di uomo, e cioè di uomo libero.
Ben si addicono all'autore le parole che, quando io insegnavo, un padre mi ha rivolto: "Il suo non è un lavoro ma una missione."
Maria Elena Mignosi