"Il regno del nulla?" E' l'interrogativo che si pone l'autore Giuseppe Valguarnera, medico, specialista in Igiene, ricercatore nella lotta contro i tumori
e l'Aids, insigne immunologo autore di ben 114 pubblicazioni scientifiche, Premio Internazionale Santi Correnti per l'immunologia.
Il regno del nulla equivale alla negazione dell'uomo come immagine e somiglianza con Dio, al rifiuto dell'essere umano come progetto divino con una
sua finalità di amore, amare ed essere amato, che va anche aldilà della realtà naturale.
Giuseppe Valguarnera, che invece sente la presenza di Dio e ne avverte l'intervento nei fenomeni e negli eventi naturali, è convinto che la
sola scienza non è sufficiente a spiegare
la realtà delle cose, ma la scienza trova lo sbocco nella fede che è a questa non opposta ma complementare.
Scienza e fede, materia e spirito, immanenza e trascendenza sono in questo libro lo sfondo su cui si innesta la discussione non solo sul
momento culminante della vita, e cioè il momento della morte, ma anche dell'inizio ovvero della nascita, della venuta all'esistenza.
E' da qui che comincia a delinearsi la visione o naturale o soprannaturale di chi cerca di spiegarsi, prima ancora della morte, pure l'origine della vita.
L'origine della vita. La materia cioè che si anima, la carne che prende corpo, impregnandosi di spirito.
Come avviene? E' un dilemma in cui si sono scervellati per secoli gli studiosi, ma senza venirne a capo, a tutt'oggi.
Chi dà il soffio vitale? Donde si origina quella forza che trasforma la materia inerte in energia? In movimento? In azione?
"E' veramente la vita il risultato di un giuoco spontaneo o casuale, di un'aggregazione di atomi e molecole , o è invece il risultato di
un intervento soprannaturale inteso come intervento divino? C'è uno scontro tra scienza e fede religiosa?" si chiede accoratamente l'autore.
Innumerevoli sono le ipotesi avanzate dagli scienziati, dai naturalisti e dai materialisti, che però non riescono a vedere oltre
la realtà contingente, la realtà materiale, e si ostinano a volere scoprire le condizioni del contesto ambientale che abbiano potuto dare la
spinta alla creazione dell'essere umano quasi allo stesso modo in cui gli insetti ad esempio la zanzara si origina dall'umidità, o i vermi o
gli scarafaggi o ancora i topi dall'incuria e dalla sporcizia. Scusate il crudo realismo ma di questo si tratta. Analogamente gli scienziati
di questo genere asseriscono che da condizioni di umidità, calore e da aggregazioni di molecole fino a formare le cellule e da
aggregazioni di cellule fino a formare il genoma, e da tutta una serie di aggregazioni spontanee, da tutto ciò sia sorto l'uomo.
"La maggior parte degli scienziati ritiene che la vita abbia avuto origine per generazione spontanea nel brodo primordiale"
E una volta sorto l'uomo, poi si è originata l'umanità per selezione della specie per cui l'essere inutile ha ceduto ed è scomparso,
mentre l'essere che è utile è sopravvissuto. Selezione e miglioramento, sempre nel corso dei tempi, dell'uomo quale egli è prima,
e quale egli è poi. C'è un miglioramento che va di generazione in generazione, di contro alle teorie della fissità della specie.
E a questo, alla selezione naturale e alla evoluzione della specie, l'Autore aderisce pienamente ma non alle molteplici supposizioni
più o meno fantasiose che egli addirittura con sottile ironia definisce "romanzi biologici".
Ma secondo gli scienziati materialisti tutto finisce qui. Tutto si esaurisce così.
L'uomo in tal modo viene equiparato all'animale o al vegetale, nella nascita nella crescita nella riproduzione, ma viene certamente
degradato, offeso nella sua dignità.
Ma il respiro umano, l'anelito all'infinito che c'è nel cuore dell'uomo? E quel quid di mistero, quell'ansia di trascendente,
quella scintilla di divino che c'è nel fondo dell'essere umano? Dov'è l'immagine e la somiglianza dell'uomo con Dio?
Dov'è lo spirito, l'anima, senza di cui lo stesso corpo non sarebbe corpo ma cadavere? Ecco è qui, a questo punto
che Giuseppe Valguarnera passa dalla oggettività della spiegazione scientifica esposta tra l'altro con mirabile
precisione e chiarezza, passa, dicevamo, alla appassionata diatriba sul "regno del nulla", sul regno senza spiraglio
di soprannaturale, di divino.
E anche se emerge la distinzione tra credenti e non credenti, del resto abbastanza consolidata nel mondo occidentale,
con l'implicito giudizio negativo sui non credenti, distinzione che sarebbe auspicabile che la nostra civiltà cominciasse
ad abbandonare, sarebbe meglio, come suggerisce la Madonna di Mejougori, la distinzione tra coloro che hanno sperimentato
l'amore di Dio nella loro vita e coloro che ancora non l'hanno ancora sperimentato. E che non è escluso che sperimentino un
giorno più o meno vicino o lontano, non escludendo perciò che ci arrivino.
In ogni caso è certo che Giuseppe Valguarnera con questa opera, scritta tra l'altro con eleganza di stile, con sobrietà
ed essenzialità, e che rivela in lui grande cultura e competenza non scevra da appassionato e inesauribile impegno,
è certo dicevamo che Giuseppe Valguarnera, scienziato, medico, ricercatore, immunologo, abbia levato la sua voce,
nella umiltà comunque di non dimostrare l'esistenza di Dio, a difesa dell'uomo, a difesa dello spirito, che è il
solo elemento su cui si può far leva affinchè ci si opponga con fermezza al regno del nulla.
E' "Uomo materia, nato senza progetti, senza scopi, un puro accidente né voluto né amato?" E' "Il frutto
dell'aggregazione casuale o spontanea di atomi di molecole o della creazione di origine divina?"
"Dove andiamo?"
Stupendo è inoltre il messaggio conclusivo del libro: "La conservazione e la continuità dell'uomo sulla
terra adesso richiedono non divisioni ma armonia, non scontri ma fratellanza."
Maria Elena Mignosi