Consolo Maria - Liturgia delle ore

liturgia delle ore

Infierire su chi soffre è senza dubbio tra le azioni più crudeli che si possano compiere. Ed è quello che subisce l'autrice di queste poesie, Maria Consolo. Ma quel che è più grave, è che lo subisce da parte della sorella! La loro era stata una famiglia molto travagliata; non era mancato forse l'affetto ma non c'era stata comprensione. Unita esteriormente ma di fatto divisa in sé. Certamente non c'era unità e tutti i membri ne soffrivano terribilmente. La discordia dominava. E in genere quello che c'è tra i genitori, inevitabilmente si ripercuote pure sui figli. Tant'è vero che Maria Consolo da questa esperienza dolorosa di famiglia, era stata presa dalla paura di affrontare il matrimonio, e ne aveva rifiutato ogni possibilità, precludendosi così una vita che poteva anche essere felice. Si era dedicata agli studi classici e aveva insegnato Lettere alla Scuola Media. Inoltre aveva accudito i nipotini che amava immensamente. Ma a un certo punto, quando i bambini erano cresciuti, avviene un fatto dolorosissimo, quello che lei chiama il tradimento. Le due sorelle cambiano atteggiamento e fanno di tutto per distruggere l' affetto, impedendo ogni contatto sia pure telefonico con i figli. Un atroce dolore le viene inflitto. Lei, così sensibile e delicata, capace di emozionarsi al volo delle rondini, allo sbocciare dei fiori, che ama la natura, che ama la vita, piomba nella solitudine più struggente. Il silenzio riempie le sue giornate che vive come in una morte. Sente se stessa come fosse il Crocifisso, lei offerta in sacrificio. Un olocausto. "Liturgia delle ore" è il titolo della sua opera poetica. E' una spada che le viene inflitta sopra l'altra precedente sofferenza. E dai familiari! Che dire? Forse non si rendono nemmeno conto del terribile male che fanno. L'egoismo, l'opportunismo, l'indifferenza li acceca. Il loro cuore è una pietra. Sono incapaci di comprensione. Se sapessero il dolore morale e fisico, le notti insonni, le inquietudini, lo smarrimento che provocano! E le risposte a ogni suo tentativo di contatto, anche telefonico, gli stratagemmi messi in atto, il vilipendio, l'umiliazione! L'isolamento! E ancora l'ironia, anche la beffa! Ed è un essere umano, una persona, un essere vivente! Sono operatori di morte. Ma chi leva la voce a difesa? Chi considera? E chi leva la voce a punire? L'abbandono di un cane è reato. Va bene. E l'abbandono di una persona? e il maltrattamento morale? Certamente la poetessa, da sorella e zia, dirà nel suo immutato amore: "Signore, perdona loro perché non sanno quello che fanno." Ma chi tace se ne fa complice. Questa è una testimonianza della disumanizzazione in cui è caduta la nostra società.

Maria Elena Mignosi

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