In questo libro dal titolo Tempo dorato di Tommaso Romano, in cui egli
racconta la sua vita, nei suoi natali e nella sua crescita, si avverte la gioia e nel
contempo la nostalgia per un tempo rimasto irripetibile, un tempo che egli definisce
"dorato".
Vi si intrecciano la vita privata con quella sociale e anche politica di allora e
non mancano valutazioni di carattere morale e anche estetico riferite a situazioni e
personaggi specifici. Così egli deplora, nel constatare un radicale cambiamento nella
mentalità e nei costumi, l'avvento di una vera e propria barbarie, svelatasi
nell'insorgere soprattutto dell'ansia del proprio tornaconto a detrimento del bene
comune. Ecco allora lo scempio della Via Libertà a Palermo con l'abbattimento delle
meravigliose villette in stile Liberty per dar luogo a palazzi anonimi e insignificanti;
il degrado di zone dove egli con la sua famiglia trascorreva l'estate al mare come
Romagnolo, lo Sperone, per l'insinuarsi dell'inquinamento.
"Era una vita ancora serena quella della mia fanciullezza –afferma Tommaso
Romano e continua- "gli anni Cinquanta, quasi fino al tristemente famoso Sessantotto
furono ricostruzione e ritorno al decoro, dopo l'avvio delle bande "liberatrici" per
Palermo -e ancora-…avevo fatto in tempo a gustare "la dolcezza di vivere"…Ma mi
si preannunciava funesto il tempo degli sciacalli…Anche Palermo visse di opposti
estremismi spesso violenti di droghe e di miserie morali scardinanti e devastanti".
"Questa dimensione di vita piccolo borghese della mia prima giovinezza va datata
fino al 1968. Fino a quel tempo si vissero nel Paese gli anni della ricostruzione e poi
del boom ma tutto sommato si trascorreva una tranquilla e spensierata vita familiare
e sociale."
L'autore rievoca abitudini di quel tempo quali le visite, il cinema; rievoca
luoghi che hanno lasciato le loro impressioni rimaste indelebili perfino nei loro sapori
e odori, come il ristorante Spanò e la pasticceria Sacchero; passatempi e giuochi quali
l'album delle figurine o il gioco dei tamburelli.
"Certamente la mia fanciullezza è stata sfavillante" e aggiunge: " E' probabile
che i miei splendidi figli Ignazio ed Elena ricorderanno la loro infanzia come l'età
dell'oro. Esattamente come avviene a me."
Già da quel periodo che vide Tommaso Romano fanciullo e adolescente si
prefiguravano in lui quelle che sarebbero state le passioni di sempre : la cultura,
l'oratoria, l'editoria, il collezionismo. "Anche allora la capacità di captare attenzione
non mi era estranea; infatti quasi prepotentemente radunavo i bambini coetanei e
anche più grandetti e li obbligavo a sedersi in cerchi per ascoltare i "comizi" da me
proclamati in piedi su una sedia". E si prefigurava anche la sua professione, di
docente di Filosofia forse nell'amicizia sorta da ragazzi, al mare a Mondello, con
Maria Patrizia Allotta divenuta poi sua collega al Liceo "Regina Margherita".
Infanzia e giovinezza proiettate già nel futuro. Egli stesso ne è consapevole:
"…tutto o quasi si prefigura nella giovinezza". Anche la predilezione per il Futurismo e per Julius Evola. "Cento anni fa la
velocità e la bellezza erano cantate dai Futuristi."
Ecco, la bellezza. Tommaso Romano ne è un cultore. Di qui anche la passione
per il collezionismo. Basti andare al suo Studio per rendersene conto.
Dai gusti raffinati li esprime in tutti gli aspetti della sua vita, e anche nella cura
dei libri della Casa Editrice Thule, da lui fondata.
"Arrivai a stampare volantini…Erano i primi miei passi anche nelle tipografie
cittadine. C'era chi giuocava a bigliardino e a calcio magari puntando scommesse, io
liquidavo i miei averi donati da nonna, zii e genitori in giornalini ciclostilati,
manifestini, locandine. E' noto che avrei –iniziando non molti anni dopo- scritto e
pubblicato, tanto, direi tantissimo, anche in proprio in Thule".
Dunque emerge dal libro Tempo dorato, potremmo ben dire una vocazione. E
che sia vocazione lo dimostra la tenacia con cui Tommaso Romano ha perseguito i
suoi sogni, mettendo pienamente in atto le sue inclinazioni, già precocemente
manifestate, e lo dimostra anche il suo entusiasmo rimasto inalterato anche nella
maturità. Quasi rievocando una espressione di pascoliana memoria, potremmo dire
che sempre vivo è in lui "l'eterno fanciullino".
Perciò rivolgiamo un sentito ringraziamento a Tommaso Romano per averci
fatto rivivere con questo libro il bel tempo trascorso, nei luoghi, nei personaggi, nelle
abitudini, nei costumi. Un tempo sicuramente più genuino dove i rapporti umani
erano improntati a un sincero affetto senza secondi fini, a una autentica benevolenza
senza mire utilitaristiche, dove la gente ispirava maggiore fiducia e più saldi e
profondi erano i vincoli familiari e di parentela, dove si perseguivano i propri sogni
per rispondere alle pulsioni della propria inclinazione naturale senza cercare notorietà
e successo.
E vogliamo concludere in ultimo con una nota di speranza nell'auspicare -
aggiungiamo noi - il superamento della sopraggiunta "barbarie" nel ritorno a quella
limpidezza di vita che ci auguriamo non solo per nostalgia ma per una esigenza
profonda di ritorno ai valori, ai veri valori, che , soli, conferiscono alla vita serietà,
gradevolezza e bellezza.
In tutto questo un ruolo preponderante riveste la cultura che può contribuire a
fare della società una società più umana.
Maria Elena Mignosi