Maria Elena Mignosi - Luce e calore

luce e calore

Questo libro è un significativo saggio teologico, ben sviluppato e articolato in tutti i punti principali, nonché declinato negli aspetti della vita quotidiana, che illumina sulle verità del Catechismo della Chiesa cattolica, da cui attinge in larga parte, oltre che all'insegnamento di San Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei." Ma è anche un'interpretazione personale che svela l'intenso trasporto con cui l'autrice vive la fede e la sua ansia di partecipare a quanta più gente possibile "il tesoro nascosto" che ha scoperto; trasmette infatti la passione per la verità, per quella "fiamma viva d'amore", direbbe San Giovanni Della Croce, che ella, come suggerisce il titolo stesso, identifica con "luce e calore", la visione autentica della vita che dona luce all'anima e riscalda i cuori: "Si vede dunque come in Dio, Verità, Bontà e Bellezza, sono come nel fuoco, la fiamma, la luce e il calore. Lo Spirito Santo è il sospiro di Dio, dove si fondono insieme la luce della sua verità, il calore della sua bontà, lo splendore della sua bellezza. "Si illustrano i capisaldi della fede, cioè il rapporto di Dio con il creato, con la Storia e nell'intimità, con l'essere umano, nella sua filiazione intessuta con lo Spirito Santo, la SS.Trinità e con la presenza materna di Maria SS. alla cui splendida figura si eleva un vero e proprio inno, in un impetuoso slancio lirico: "E nei sentieri della vita, anche quando si fanno oscuri e cala il buio, nella notte dello spirito, lei è lì "Stella mattutina", che ci apre un orizzonte nuovo, messaggera di novità, artefice di conversione. E' l'alba di una vita nuova, di un sempre crescente miglioramento. Stella che brilla nell' oscurità e annunzia un nuovo mattino. E' la freschezza di una rugiada mattutina, e come la rugiada, ricopre sotto un manto bianco e nasconde ogni bruttura." Si snodano corollari utili soprattutto per la realtà della persona, come il compimento del disegno di Dio su di essa: "La perfezione sarebbe dunque l'adempimento della missione per cui ognuno è venuto al mondo, la realizzazione del progetto che Dio aveva su di lui." Spesso è difficile comprendere la volontà di Dio e attuarla, sviati dalle nostre inclinazioni egocentriche che ci impediscono di spaziare oltre il nostro limitato orizzonte, per abbracciare la lungimiranza di uno sguardo dall'alto. A questo fine è necessario osservare i comandamenti di Dio, per cui "la coscienza non si deve mai arrogare il diritto di stabilire cosa sia il bene, al di fuori della legge divina. E' questo il significato del bene e del male, del divieto fatto ad Adamo nel Paradiso Terrestre. E' una fortissima tentazione, ma la cacciata dal Paradiso Terrestre ne è la conseguenza. La scrittrice paragona la nostra natura a quella del ferro, il quale "può diventare incandescente". "In questa incandescenza consiste appunto la santità, che è allora partecipazione della vita divina." Occorre lasciarsi fondere e "plasmare" dallo Spirito Santo, come canta un celebre inno liturgico: "Se la materia si mantiene rigida, lo Spirito Santo non può fare niente. La docilità dell'uomo alla grazia è essenziale. "Si devono far fruttificare i talenti che il Signore ci ha donati, moltiplicandoli, in modo da investire ciò che abbiamo ricevuto in pienezza di vita eterna. Non possiamo presentarci al Signore così come Lui ci ha fatti." Ognuno deve rispondere alla sua vocazione personale, alla specificità del nome, "da numen (latino) che significa appunto potenza, maestà", che il Signore ha assegnato a noi soltanto vagheggiandoci in tal modo sin dall'Eternità (Ti ho chiamato per nome, Is 43,1); la realizzazione della nostra persona si compie nella fedeltà alla particolare missione affidataci ("Nel nome assegnatoci da Dio, sta racchiuso tutto il suo progetto di vita su di noi.") Per specchiare in noi l'immagine divina per la quale siamo stati creati, dobbiamo spogliarci dell'uomo vecchio con le sue incrostazioni di peccato, di errori e di fallimento, per vestire l'uomo nuovo che abita la luce del Risorto, trasfigurato dallo splendore della gloria divina, e della beatitudine eterna: "Il vincitore, l'uomo nuovo, restaurato dalla grazia, allora sarà degno di essere alla pari con Dio, e di formare la schiera dei beati del Paradiso. "..per essere uomini nuovi in Cristo, è necessario coltivare la propria vita interiore, da innestarsi in quella attiva, in modo che il lavoro con cui partecipiamo alla creazione di Dio, diventi strumento di santificazione e un prolungamento della contemplazione, orientando costantemente e integralmente l'essere al Signore, come il girasole che tende sempre verso l'astro radioso, per nutrirsi della sua luce. La Madre Chiesa ci sostiene sempre nel nostro cammino, dispensando la parola di Dio e amministrando i sacramenti, soprattutto quello della riconciliazione, che ci rialza dalle cadute e ci corrobora nella grazia, e dell'Eucarestia, culmine della vita divina in noi: "La Chiesa, avendo ricevuto da Cristo, il potere di perdonare in suo nome, è nel mondo la presenza viva dell'amore di Dio che si china su ogni umana debolezza, per accoglierla nell'abbraccio della sua misericordia." Bisogna prendere coscienza della nostra filiazione divina e della fratellanza universale, oltrepassando le barriere dell'io per accogliere l'altro, consapevoli di "parlare tutti un unico linguaggio, il linguaggio dell'amore" e che "siamo figli di un unico Padre, e di un'unica madre, Maria, e abbiamo una bella casa lasciataci in eredità dai nostri genitori, il Paradiso." Si può aver fiducia che, in questo pur arduo cammino, la SS. Trinità e la Vergine Madre, non ci abbandoneranno, come afferma Escrivà de Balaguer: "Non siamo dei naufraghi cui Dio ha promesso la salvezza; la salvezza opera già in noi. Di fronte a Dio non siamo come ciechi che aspirano alla luce, e tuttavia gemono fra le angustie dell'oscurità. Siamo figli, che sanno di essere amati dal loro Padre." Maria Elena Mignosi Picone, in questo testo, ha avuto il pregio di condurci per mano lungo le verità della fede, con una riflessione profonda e veritiera e una dissertazione accurata e appassionata, consegnandoci un prezioso insegnamento che si può sintetizzare in questa sua incisiva definizione della santità, che è il fine cui deve tendere ogni creatura: "E se pensiamo che la torre è qualcosa che si eleva dalla terra al cielo, ed esprime nello stesso tempo solidità, e l'avorio è nello stesso tempo forte e delicato, allora "torre d'avorio" è quasi l'emblema della santità, che unisce energia e soavità. Che ognuno di noi possa allora diventare "Torre d'avorio" ed esprimere quella soave energia, quella energica soavità, che è quasi il profumo della santità."

Flavia Buldrini

Torna all'opera