La nota scrittrice Alessandra Lavagnino, di cui il segnalibro ha già recensito diverse opere, rivive nel ricordo di adolescente un'audace e magnanima
iniziativa di suo padre, storico dell'arte e sovrintendente, che sentì viva l'esigenza di salvaguardare i capolavori dai danni della guerra.
E' l'inverno 1943-1944. Ai disastri del conflitto si aggiungono i rigori della stagione. Ma egli, tenace e risoluto, riuscirà a portare in salvo,
in Vaticano, molteplici opere d'arte di varie regioni d'Italia. Alessandra, a lui molto vicina, ne condivide l'impresa, in un compito certamente
superiore alla sua età, e che ella ricorda talora con tenera ironia. Una figlia nel ruolo quasi paritario, di appoggio; ed un padre di grande levatura
intellettuale, di profonda rettitudine morale, capace di abnegazione.. Questo libro, rielaborazione del diario di lui, si può considerare quasi un
inno all'eroismo, dato che non solo sprona ed edifica, ma commuove. Ed è anche un inno all'arte: voler rischiare la vita nella "immane follia" della
guerra può riuscire incomprensibile a chi considera solo "cose" le opere d'arte. Ma nei legni e nelle tele palpita l'anima dell'artista, che sa
instaurare con altre anime un dialogo vivo. L'arte diventa così anche trasmissione di valori e fonte di edificazione, anche spirituale.
Maria Elena Mignosi