Una fine analisi dell'animo di un'adolescente che nella sua sensibilità avverte il disagio di ricevere un amore dato male e che perciò viene percepito
come l'equivalente dell'odio. Ecco il significato dei serpenti. Un nucleo familiare in cui manca intesa come amicizia, confidenza, slancio. Uno
spaccato di vita borghese, ambientato a Roma e in cui si inserisce, ma solo di sfuggita, la Seconda Guerra Mondiale. Con una prosa fluida e di
buon tono, l'autrice nella narrazione dei fatti della vita familiare, spigola qua e là la psicologia della protagonista, che costituisce la trama
di tutto l'ordito. Un libro che ci conduce a riflettere sulla enorme importanza che ha la valorizzazione della volontà senza la quale l'essere umano
è come un uomo morto. Il retto amore nasce dalla volontà del Bene, senza la quale si sgretola ogni edificio di famiglia o di società sia pure
costituita da persone buone e valide. E' allora il deserto dell'anima che si fa più pungente a contatto con gli altri. E nella giovane che svolge
la narrazione quasi come una autobiografia psicologica viene a sovrastare il peso del silenzio, che si fa tema dominante. Ma alla fine l'amore
prevale sui Serpenti, e la giovane trova nell'amore di un coetaneo la sua vera dimensione. Addirittura si intravede infine lo sbocciare di una
vocazione di scrittrice.
Maria Elena Mignosi